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Per una nuova cultura della mediazione che fa bene a imprese e consumatori - Un anno dopo le novità della riforma Cartabia

venerdì 29 Novembre 2024


Per una nuova cultura della mediazione

che fa bene a imprese e consumatori

Un anno dopo le novità della riforma Cartabia

Sottosegretario Sisto: «Giustizia ordinaria e mediazione, un’unica giustizia con fasi distinte ma di pari dignità».

Presidente Di Bisceglie: «Una giustizia più rapida ed efficiente è un fattore chiave per migliorare il clima imprenditoriale e quindi contribuire allo sviluppo del tessuto produttivo dei nostri territori, che si traduce anche in maggiore occupazione».
  

«Dobbiamo promuovere l’omologazione positiva tra giustizia ordinaria e mediazione, presentandola come un’unica giustizia con fasi distinte ma di pari dignità. Ma anche credere nelle riforme, impegnandoci per la loro attuazione efficace, paragonando l’azione riformatrice ad un “dolus bonus”, un’azione positiva volta a risolvere i problemi dei cittadini attraverso le Alternative Dispute Resolution».

Lo ha dichiarato Francesco Paolo Sisto, sottosegretario di Stato al ministero della Giustizia, intervenendo al convegno “La mediazione civile e commerciale a un anno dall’entrata in vigore della riforma Cartabia - Esperienze a confronto e nuove opportunità”, ospitato e promosso dalla Camera di Commercio di Bari.

«Abbiamo voluto organizzare questo incontro insieme alla Fondazione Aequitas,  alla Fondazione Scuola Forense Barese e col patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Bari – ha dichiarato la presidente dell’ente camerale barese, Luciana Di Bisceglie, nei saluti introduttivi - proprio con l’obiettivo di fare squadra per informare, sensibilizzare e avvicinare ancora di più le imprese e i consumatori del nostro territorio alla mediazione civile e commerciale,  che presenta non pochi vantaggi, in termini di tempi e di costi».

Secondo i dati del rapporto “Doing business” della Banca Mondiale, come evidenziato dal segretario generale dell’ente, Angela Patrizia Partipilo, «in Italia i tempi medi per risolvere una controversia commerciale possono superare i 1.000 giorni (circa 3 anni), rispetto a paesi come il Regno Unito o gli Stati Uniti, dove una causa può essere risolta in meno di 300 giorni». «Inefficienze – ha sottolineato la presidente Di Bisceglie – che costano al nostro Paese almeno 225 miliardi di euro l’anno, equivalenti a oltre l’11% del PIL nazionale. Una giustizia più rapida ed efficiente è un fattore chiave per migliorare il clima imprenditoriale e quindi contribuire allo sviluppo del tessuto produttivo dei nostri territori, che si traduce anche in maggiore occupazione».

La Camera di Commercio di Bari, nell’ambito delle proprie funzioni di regolazione di mercato, attraverso la propria Camera Arbitrale e della Mediazione, presieduta dal consigliere Antonio Pinto, da anni offre servizi qualificati e promuove la cultura della risoluzione alternativa delle controversie.

Secondo i dati presentati dal presidente del Tribunale Civile di Bari, Alfonso Pappalardo, nel periodo 2011-2022 si è registrata una riduzione del 5% del contenzioso proposto ai tribunali civili, un dato in parte influenzato dalla crisi economica prima e in seguito epidemiologica da Covid-19. Parallelamente, nello stesso periodo, si è osservato un aumento significativo delle procedure di mediazione civile e commerciale, pari al 14% annuo, con un tasso di accordi raggiunti del 12% e un tasso di successo nel 2022 del 15%.

«Troppo poco – ha detto Pappalardo –. Ma le materie oggetto di mediazione obbligatoria nel periodo 2011-2022 ammontavano solo all’8,5% delle controversie civili. Con la riforma Cartabia questa percentuale è salita al 20/25%. E nelle procedure di mediazione dove le parti si sono presentate e hanno deciso di andare oltre il primo incontro, il tasso di successo è salito al 47%».

La riforma Cartabia, dunque, sta facendo bene alla mediazione, ma per fare sempre meglio il presidente Pappalardo ha auspicato una vera e propria “cultura della mediazione”, che coinvolga sempre di più la classe forense.

«Un migliore servizio al pubblico» ha detto Salvatore D’Aluiso - presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Bari. «L’avvocatura come interlocutore principale tra l’imprenditore e il sistema giudiziario», per una giustizia non solo rapida ma anche accurata.

Fondamentale a questo proposito l’aspetto della formazione continua per mediatori e avvocati, come evidenziato da Nicola Monaco della Fondazione Scuola Forense di Bari, come anche «superare l’approccio tradizionale di mera litigiosità per abbracciare un modello che veda l’avvocato come un garante dei diritti anche nella fase di accompagnamento alla risoluzione consensuale degli interessi», ha dichiarato Dante Leonardi – Consigliere CDA Fondazione Aequitas Adr.

Solo rafforzando la collaborazione tra magistratura, avvocatura e organismi di mediazione, la mediazione civile e commerciale potrà essere percepita non solo come complemento fondamentale alla giustizia tradizionale ma anche come strumento di pacificazione sociale, che garantisce una giustizia complementare, tempestiva e di qualità.