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Unioncamere Puglia (EEN) - Indagine Sisprint - Pandemia e risorse UE: il 36,8% delle imprese pugliesi ha dichiarato l’intenzione di volerli utilizzare ma chiedono semplificazione

martedì 23 Marzo 2021

Oltre un terzo delle imprese italiane pronte a utilizzare le risorse Ue
Ma occorrono semplificazione, linguaggio semplice e assistenza
 
Il 6,9% delle imprese pugliesi ha utilizzato finanziamenti europei e fondi strutturali dal 2014 al 2020. La media italiana è del 3,6%.
Il 36,8% delle imprese pugliesi ha dichiarato l’intenzione di voler utilizzare in futuro i finanziamenti europei e/o i fondi strutturali

 
 Un’impresa su tre ha intenzione di utilizzare i finanziamenti europei e i fondi comunitari. Ma per avvalersi di queste risorse chiede soprattutto una netta semplificazione delle procedure amministrative, l’utilizzo di un linguaggio semplice nei bandi e nella modulistica e un servizio di assistenza tecnica. A mostrarlo è l’indagine effettuata da SiCamera e InfoCamere su oltre 32mila imprese nell’ambito del progetto Sisprint (Sistema integrato di supporto alla progettazione degli interventi territoriali), condotto da Unioncamere e dall’Agenzia per la Coesione territoriale e finanziato dal PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020. (L’indagine completa nel pdf allegato).
 
Il 6,9% delle imprese pugliesi ha utilizzato finanziamenti europei e fondi strutturali dal 2014 al 2020. La media italiana è del 3,6%. Il 76,9% di queste risorse deriva da fondi Regionali (POR), il 19,5% da fondi nazionali (PON) e il 15,7% da fondi europei.
 
La pandemia e la discussione intorno alle nuove risorse europee potrebbero essere all’origine della rinnovata attenzione delle imprese italiane all’utilizzo dei finanziamenti della Ue.
 
Il 36,8% delle imprese pugliesi ha dichiarato l’intenzione di voler utilizzare in futuro i finanziamenti europei e/o i fondi strutturali.
 
Ma un’impresa su due in Italia lamenta la difficoltà nella redazione e presentazione delle domande, oltre un quarto sottolinea l’eccessiva distanza di tempo tra richieste ed assistenza e la modesta rispondenza degli strumenti alle esigenze delle imprese. Quote minori di imprese indicano tra le criticità soprattutto il fatto che i settori dei bandi non sono attinenti alle attività dell’impresa (17,8%), la contenuta assistenza da parte delle amministrazioni responsabili dei bandi (14%), le dimensioni imprenditoriali troppo limitate (13,6%), la scarsa chiarezza degli istituti di credito (13,2%) e le difficoltà legate all’obbligo di presentare garanzie e/o fidejussioni (10,9%).
 
Per ovviare a queste problematiche, per oltre la metà delle imprese intervistate sarebbe indispensabile una semplificazione delle procedure amministrative, l’utilizzo di un linguaggio semplice nei bandi e nella modulistica (33,9%), l’assistenza tecnica per l’accesso ai bandi e in itinere (19,9%), una documentazione amministrativa standard (13,6%), una comunicazione maggiormente mirata a target specifici (13%), un’informazione più approfondita sulla tempistica di avvio dei bandi (12,6%) e tempi certi per la pubblicazione degli avvisi, la valutazione del progetto e i pagamenti (8,5%).
 
Alla sfida del nuovo settennato di programmazione comunitaria, comunque, le imprese italiane si presentano relativamente preparate. L’indagine effettuata nell’ambito di Sisprint mostra infatti che il 24,6% delle imprese è a conoscenza della politica di coesione territoriale dell’Unione europea, con la Basilicata tra le regioni più informate (35,4%), seguita dalla Campania e dalla Sardegna.
Il 22,1% delle imprese manifatturiere conosce invece il Piano nazionale Transizione 4.0 (con quote più elevate a Bolzano, in Lombardia, Trento e Basilicata). Nel dettaglio, il 21,9% delle imprese manifatturiere ha già adottato tecnologie 4.0, puntando soprattutto sul digital marketing (5,7%), sulle tecnologie per la simulazione tra macchine interconnesse finalizzata all’ottimizzazione dei processi (5,2%), sui robot collaborativi interconnessi (5%), sulle stampanti 3D (3,9%) e sul big data analitics (3,7%).
Per quanto concerne la Smart Specialization Strategy (S3 o RIS3), infine, le imprese che ne sono a conoscenza si attestano al 5,4%, con una percentuale più consistente in Basilicata, Molise, Provincia autonoma di Bolzano e Sardegna.

 In allegato il comunicato completo con i grafici