Bari 24 settembre 2021 - Riduzione dei costi aziendali e calo della produzione, ma anche aumento degli investimenti a capitale proprio e più debiti a medio-lungo termine. Con un risultato finale sorprendente, di complessiva tenuta della redditività. È quanto emerge
dall'ultimo studio del Sismografo di Unioncamere Puglia (il tredicesimo), dedicato agli effetti della pandemia sui
bilanci 2020 di oltre 23mila società di capitali pugliesi.
«È la prima analisi aggregata di bilancio che viene diffusa in Puglia», commenta
Luigi Triggiani, segretario generale di Unioncamere Puglia. «Abbiamo utilizzato indicatori oggettivi, che restituiscono uno spaccato reale degli assetti economico-finanziari delle nostre imprese, dei problemi che hanno dovuto affrontare nel 2020, ma anche delle strategie che hanno messo in atto per resistere e ripartire».
«Ridurre i costi aziendali non è stata l’unica scelta del campione di aziende analizzate» commenta
Damiano Gelsomino, presidente di Unioncamere Puglia. «L’altra è stata la
riscoperta del rischio d’impresa. Infatti,
gli investimenti 2020 del campione analizzato
sono aumentati di quasi 4 miliardi. Più della metà erano costituiti da capitale proprio, ovvero risorse immesse in circolo dai soci attraverso finanziamento diretto».
Un altro parametro interessante è
l’aumento dell’indebitamento a medio lungo termine, in un tentativo comprensibile di spalmare gli sforzi economico-finanziari non solo nell’immediato ma anche nel futuro. Rispetto al 2019, poi, vi è anche un
notevole incremento delle immobilizzazioni (+2 mld e 88 mln.). L’imprenditore quindi non si è limitato semplicemente a contrarre i costi, ma ha anche preparato la ripartenza acquisendo
terreni, fabbricati, impianti, macchinari (immobilizzazioni materiali ndr). «Sono segnali di un tessuto d’impresa che ha continuato a credere nel futuro, sia pur nelle difficoltà», continua Gelsomino, che aggiunge: «L'indebitamento nei confronti dei terzi c'è stato, ma in modo meno effervescente rispetto al 2019. E dunque i bilanci registrano un
atteggiamento prudente ma non remissivo del sistema creditizio».
Lo studio evidenzia anche che nel 2020 la
domanda interna in calo e la paralisi dell’import-export ha generato non solo una flessione della produzione, ma anche
conseguenze sui pagamenti lungo le filiere: meno crediti dai fornitori e meno anticipi dai clienti. «Le aziende pugliesi» spiega Triggiani «hanno avuto bisogno di
maggiore attivo circolante per garantirsi liquidità e onorare i propri debiti a breve. Ma anche di aumentare i prezzi e quindi il ricarico. Come conseguenza, in mezzo alla burrasca,
gli indici di redditività delle aziende del campione analizzato hanno tenuto. La prossima partita però si gioca sui riassortimenti e sulle scorte di magazzino, soprattutto in un contesto di aumento dei costi delle materie prime e delle utenze, come quello attuale».
Lo studio di Unioncamere Puglia fornisce anche una fotografia aggiornata dei primi mesi del 2021, i cui dati appaiono conformi all’andamento del 2020.
In allegato il comunicato stampa, lo studio completo e un'info-grafica che ne riassume i principali contenuti.
L'intera collana del Sismografo su:
https://www.unioncamerepuglia.it/ufficio-studi/