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UNIONCAMERE PUGLIA - SISMOGRAFO – Il commercio in Puglia, come è, come era, come sarà dopo il Covid-19?

lunedì 06 Aprile 2020

Puglia: un’azienda su quattro opera nel commercio  

200mila addetti

Forte crescita degli investimenti e migliori risultati di fatturato

 

Terzo appuntamento con il Sismografo - l’economia pugliese ai tempi del Covid-19 di Unioncamere Puglia, istantanee delle filiere portanti dell’economia pugliese prima del meteorite COVID. Dopo l’emergenza, quindi, scattarne un’altra per capire se e come il fenomeno avrà impattato sulle prospettive di sviluppo del nostro territorio.

Turismo, food, commercio, meccanica, costruzioni, legno arredo, moda: i numeri di oggi confrontati con quelli del 2014 e, in seguito, con quelli dei prossimi sei mesi.


 

Dopo gli studi già diffusi su Turismo e Food, è la volta del Commercio, un settore in cui,  a fine 2019, operano in Puglia più di 93mila imprese, di cui ben oltre 65mila nel dettaglio e 28mila nell’ingrosso. Un’azienda su quattro dell’intera regione. Rispetto al 2014 il settore  alimentare si presenta molto più concentrato: vi lavorano più persone, ma meno aziende. Si contano infatti quasi 4mila imprese in meno nel dettaglio (-5,64%) e 158 in meno nell’ingrosso (-0,56%), ma questo a fronte di dinamiche occupazionali nettamente antitetiche.

Difatti nella distribuzione alimentare operano 200mila addetti, 134mila nel dettaglio e più di 65mila nell’ingrosso. Si contano 7mila addetti in più rispetto alla fotografia del 2014 (+3,69%, andamento simile sia nel dettaglio che nell’ingrosso). In ogni impresa commerciale pugliese mediamente operano 2,14 dipendenti, dato inferiore alla tendenza nazionale (2,60).

Nella distribuzione alimentare sono concentrate più di 10mila attività. Nel settore del commercio non alimentare è il dettaglio moda ad avere i numeri più alti, con oltre 6mila negozi di abbigliamento e 1300 di calzature.

Estremamente rilevante il numero di ambulanti in Pugliaoltre 14mila imprese.

Fra le province, Bari traina il dato delle aziende registrate
, quasi una su tre, seguita a ruota da Lecce (una su cinque). Seguono nell’ordine Foggia, Taranto, Brindisi e BAT.

In tutte le città pugliesi opera una moltitudine di commercianti di vicinato, con 64mila microimprese.

La GDO pugliese è un mondo articolato e con molte facce, che complessivamente conta 1.528 punti vendita e una superficie pari a più di 110 campi di calcio  (1.254.630 mq).

Molto forte la presenza di ipermercati e minimarket, che hanno  superfici per abitante più alte delle medie nazionali.

Le classi di età delle imprese commerciali (per anno di iscrizione al Registro Imprese) rivelano una significativa tendenza a tramandare l’impresa di generazione in generazione. Le aziende con più di 20 anni di attività sono quasi 27mila, segno di una interessante continuità, al di là del turnover, che comunque non manca. E’ uno zoccolo duro in cui spiccano anche 23 imprese che operano da più di 80 anni.

Nel 70% dei casi il commerciante pugliese sceglie la forma societaria dell’impresa individuale, nell’8% invece iscrive una società di persone. Il dato delle società di capitali (21%), ancorché in crescita ininterrotta da anni, è inferiore a quello di altri settori dell’economia pugliese. Ciò significa che la metamorfosi verso forme societarie più strutturate e mature esiste, ma - GDO a parte, ovviamente- è più lenta che in altri comparti, ma assolutamente in linea con le medie italiane.

L’analisi aggregata degli ultimi due bilanci depositati da 7.013 imprese del settore commerciale consente di rivelare negli ultimi due anni parecchie dinamiche positive: fra forte crescita degli investimenti e migliori risultati di fatturato.


Il prossimo appuntamento con il Sismografo è la Meccanica.